Whistleblowing in Italia: cos’è. Obblighi e impatto sulla trasparenza

Whistleblowing in Italia: cos’è. Obblighi e impatto sulla trasparenza
Studio Legale Pipitone

Nato come faro per Trasparenza e Integrità negli ambienti di lavoro.
I nuovi obblighi per le aziende

aggiornato al 20 maggio 2023

Introduzione
Il whistleblowing è un sistema di segnalazione degli illeciti interni che si sta diffondendo sempre più in Italia e nel mondo. In questo articolo esploreremo cos’è il whistleblowing, quando è obbligatorio per le aziende e come contribuisce alla trasparenza e all’integrità nei luoghi di lavoro.

Definizione e Tipologie
Il termine whistleblowing deriva dall’inglese “to blow the whistle” e si riferisce alla pratica di segnalare abusi e pratiche illegali all’interno dell’organizzazione in cui si lavora. Esistono due tipologie principali di whistleblowing: interno ed esterno. Nel whistleblowing interno, i dipendenti segnalano gli illeciti utilizzando i canali interni dell’azienda, mentre nel whistleblowing esterno, le segnalazioni vengono fatte alle autorità competenti o divulgate pubblicamente attraverso i social media o la stampa.

Legislazione e Protezione
In Italia, la normativa sul whistleblowing è stata introdotta con la Legge Anticorruzione del 190/2012, che inizialmente si applicava solo ai dipendenti pubblici. Successivamente, la Legge 179/2017 ha esteso la disciplina anche al settore privato. Il recepimento della Direttiva Europea 2019/1937 sulla protezione dei whistleblower ha ulteriormente rafforzato la tutela dei segnalatori. La direttiva impone agli Stati membri di introdurre norme adeguate per proteggere i whistleblower pubblici e privati e armonizzare il trattamento dei segnalanti in tutta Europa.

Il 9 dicembre 2022 il Consiglio dei Ministri  con il Decreto 24/2023 ha recepito la Direttiva Europea sulla protezione dei whistleblower, approvando lo “Schema di decreto legislativo recante attuazione della Direttiva (UE) 2019/1937″, con cui l’UE ha imposto agli Stati membri di introdurre norme adeguate per la protezione dei segnalatori pubblici e privati.
La Direttiva estende il concetto di “persona segnalante” (whistleblower). Oggi vengono infatti considerati non solo i dipendenti pubblici o privati, ma anche collaboratori, consulenti, liberi professionisti, lavoratori in periodo di prova, tirocinanti ecc. –
I whistleblower privati, in aggiunta ai canali di segnalazione interni, devono avere la possibilità di accedere a canali di segnalazione esterni (da istituirsi presso l’ANAC) o di fare una rivelazione pubblica o una denuncia alle autorità giudiziarie.

Infine, al fine di rendere più efficace il sistema, sono previste delle sanzioni amministrative pecuniarie (da 5.000 a 50.000 euro, applicabili direttamente dall’ANAC), qualora venga accertato che siano state commesse ritorsioni, che la segnalazione dell’utente sia stata ostacolata, o nel caso in cui non siano stati istituiti i canali di segnalazione.

L’introduzione dell’obbligo del whistleblowing nel settore privato ha imposto una modifica della disciplina sulla responsabilità amministrativa degli enti, D.Lgs. 231/2001.
I MOG (Modelli di Organizzazione, gestione e controllo) devono prevedere l’obbligo di uno o più canali che consentono di veicolare segnalazioni di condotte potenzialmente illecite ai sensi del citato decreto.

In Italia sono stati imposti una serie di obblighi che hanno lo scopo di rendere la tutela dei whistleblowers concreta ed efficace.
È stato infatti previso l’obbligo, a partire da Luglio 2023 per tutte le aziende con più di 250 dipendenti, a prescindere dall’adozione o meno di un Modello Organizzativo ex D.lgs. n. 231/2001, di istituire un canale informatico specifico e riservato all’invio di segnalazioni.
Dal 17 dicembre 2023, anche le aziende dai 50 ai 249 dipendenti dovranno dotarsi di un canale dedicato alle segnalazioni.

Impatto del Whistleblowing
Il whistleblowing svolge un ruolo fondamentale nella promozione della trasparenza, dell’integrità e della responsabilità nelle organizzazioni. Le segnalazioni di abusi contribuiscono a smascherare comportamenti scorretti, proteggono gli interessi pubblici e possono portare a cambiamenti normativi e di policy. Inoltre, il whistleblowing favorisce la responsabilità e l’accountability delle organizzazioni e migliora la cultura organizzativa promuovendo l’integrità e la prevenzione di abusi futuri. Gestire correttamente le segnalazioni di whistleblower permette alle aziende di preservare la propria reputazione e ripristinare la fiducia degli stakeholder.

Esempi famosi di Whistleblowing in Italia e nel mondo
In Italia, sono emersi diversi casi significativi di whistleblowing che hanno sollevato importanti questioni riguardanti la trasparenza e l’integrità nei luoghi di lavoro. Tra i casi più noti vi è quello della Banca Monte dei Paschi di Siena, dove un whistleblower ha denunciato operazioni finanziarie illecite. Un altro caso rilevante riguarda il settore sanitario, con il whistleblowing sulle frodi nel sistema sanitario nazionale. A livello internazionale, l’esempio più famoso è quello di Edward Snowden, che ha rivelato le pratiche di sorveglianza globale della NSA. Un altro caso storico è quello di Mark Felt, noto come “Deep Throat”, che ha fornito informazioni chiave durante lo scandalo Watergate negli Stati Uniti.

Conclusioni
Il whistleblowing sta diventando sempre più rilevante sia in Italia che nel mondo, poiché contribuisce alla promozione della trasparenza e dell’integrità nelle organizzazioni. La legislazione italiana e le norme europee stanno migliorando la protezione dei whistleblower e creando un ambiente favorevole per la segnalazione di illeciti. Tuttavia, è importante che le aziende sviluppino procedure efficaci per gestire le segnalazioni di whistleblower e proteggere i segnalatori da ritorsioni. Solo attraverso un sistema robusto e una cultura di apertura e responsabilità, sarà possibile massimizzare l’impatto positivo del whistleblowing e favorire un ambiente lavorativo più etico e trasparente.

Contributo a cura del dott. Alessandro Gazzano del Foro di Catania